Quello in cui credo e che motiva il mio lavoro è racchiuso nel simbolo che ho scelto e ho tatuato sulla mia pelle:
Il Papavero
Sono convinta che ogni persona abbia dentro sé risorse inimmaginabili anche quando attraversa un momento di vita in cui si sente smarrito, confuso, sconfitto, incompreso, solo.
Quelle risorse che possono sembrare perdute o che mai hanno trovato riconoscimento, sono lì, sopite da dinamiche e schemi comportamentali che si susseguono nel tempo, che risucchiano le energie e alimentano quel senso di inadeguatezza, frustrazione e insoddisfazione.
Quando un paziente entra nella mia stanza di terapia, bambino o adulto che sia, il mio sguardo è rivolto alla persona nella sua interezza e unicità.
Sono convinta che per dare vita a un cambiamento e muoversi nella direzione del benessere, sia fondamentale riuscire ad accettare il proprio modo di essere, riconoscere le proprie fragilità e far fiorire le proprie risorse.
Per fare ciò, lo psicologo non possiede la bacchetta magica e non è l’unico a lavorare nella stanza di terapia. Un grande riconoscimento va al paziente: è lui che si mette in gioco, che si allena ad osservare sé stesso e il mondo da un altro punto di vista, che entra in contatto con emozioni ambivalenti, che compie nuovi passi giorno dopo giorno.
Oggi so cosa mi ha spinto davvero a scegliere questa professione: vedere le persone che si mettono in discussione, che riscrivono la loro storia e pagina dopo pagina trovano il modo di spiccare il volo da soli.
Quello che io posso fare per te è esserti di supporto durante il percorso atto a raggiungere i tuoi obiettivi, indirizzarti durante l’esplorazione di quelle che sono le tue risorse e potenzialità e rendere più facile la riconnessione con i tuoi bisogni ed emozioni. Tutto ciò con l’obiettivo di portarti verso l’accettazione e la realizzazione di te stesso.