Come Lavoro

Quello in cui credo e che motiva il mio lavoro è racchiuso nel simbolo che ho scelto e ho tatuato sulla mia pelle:

Il Papavero

Sono convinta che ogni persona abbia dentro sé risorse inimmaginabili anche quando attraversa un momento di vita in cui si sente smarrito, confuso, sconfitto, incompreso, solo.

Quelle risorse che possono sembrare perdute o che mai hanno trovato riconoscimento, sono lì, sopite da dinamiche e schemi comportamentali che si susseguono nel tempo, che risucchiano le energie e alimentano quel senso di inadeguatezza, frustrazione e insoddisfazione.

Quando un paziente entra nella mia stanza di terapia, bambino o adulto che sia, il mio sguardo è rivolto alla persona nella sua interezza e unicità.

Sono convinta che per dare vita a un cambiamento e muoversi nella direzione del benessere, sia fondamentale riuscire ad accettare il proprio modo di essere, riconoscere le proprie fragilità e far fiorire le proprie risorse.

Per fare ciò, lo psicologo non possiede la bacchetta magica e non è l’unico a lavorare nella stanza di terapia.  Un grande riconoscimento va al paziente: è lui che si mette in gioco, che si allena ad osservare sé stesso e il mondo da un altro punto di vista, che entra in contatto con emozioni  ambivalenti, che compie nuovi passi giorno dopo giorno.

Oggi so cosa mi ha spinto davvero a scegliere questa professione: vedere le persone che si mettono in discussione, che riscrivono la loro storia e pagina dopo pagina trovano il modo di spiccare il volo da soli.

Quello che io posso fare per te è esserti di supporto durante il percorso atto a raggiungere i tuoi obiettivi, indirizzarti durante l’esplorazione di quelle che sono le tue risorse e potenzialità e rendere più facile la riconnessione con i tuoi bisogni ed emozioni. Tutto ciò con l’obiettivo di portarti verso l’accettazione e la realizzazione di te stesso.

Nella stanza con i bambini

Adoro lavorare con i bambini in quanto attivano la mia vena creativa. Ad esempio attraverso il gioco, il disegno, i colori, le storie, le messe in scena con i pupazzi, troviamo nuovi canali per esprimere e condividere  le emozioni e per esercitare abilità sociali.

Mi occupo di bambini sia con uno sviluppo in linea con la propria età, sia di bambini che presentano atipie nell’acquisizione di competenze e abilità motorie, cognitive, relazionali ed emotive. Sono fortemente convinta che la diversità sia una risorsa da proteggere, rispettare ed amare.

Tutti i bambini, indipendentemente dalla loro diagnosi, possiedono punti di forza e di debolezza e io lavoro in quest’ottica. Li accompagno nella scoperta delle loro potenzialità e delle loro caratteristiche e nel fare ciò, come direbbe Vygotskij, mi muovo a partire dalla zona di sviluppo prossimale dello specifico bambino al fine di per incrementare l’apprendimento e l’acquisizione di nuove competenze.

Nella stanza con gli adolescenti

Lavorare con gli adolescenti rappresenta un’ardua sfida in quanto è raro che spontaneamente chiedano ai loro genitori di poter usufruire di una consulenza o di un sostegno psicologico.

L’adolescenza è una fase di transizione delicata, nella quale i ragazzi vivono importanti cambiamenti corporei, relazionali, emotivi, cognitivi. Può capitare che l’adolescente non riesca a superare da solo le sfide evolutive caratteristiche della sua età e potrebbe sentirsi confuso e disorientato per poi rifugiarsi in comportamenti disfunzionali di vario tipo tra cui disinvestimento scolastico, autolesionismo, uso di sostanze, ritiro sociale, crisi di ansia, disturbi del comportamento alimentare.

Quando lavoro con i ragazzi adolescenti cerco di trasformare la stanza in uno spazio di ascolto e di elaborazione dei propri vissuti al fine di trovare il proprio modo di stare bene nel mondo attraverso la costruzione di una propria identità orientata al riconoscimento del proprio valore, del proprio senso di autoefficacia.

Spesso gli adolescenti possono sperimentare momenti di malessere e di conflitto personale che coinvolgono tutto il nucleo familiare: in questi casi il mio ruolo è mirato a facilitare la costruzione di un ponte genitore-figlio al fine di ritrovare una comunicazione spesso perduta o altamente conflittuale.

Nella stanza con i genitori

Essere genitori è uno dei compiti più ardui che una persona si trova ad affrontare durante la propria vita. Il manuale del “genitore perfetto” è impossibile da produrre e potrebbe anche essere dannoso seguire alla lettera un manuale perché verrebbe meno l’autenticità del rapporto.
Può capitare però di vivere situazioni altamente stressogene, momenti della vita in cui gli ostacoli appaiono insormontabili e la confusione diventa accecante a tal punto da perdere fiducia nelle proprie capacità e competenze genitoriali. In questi casi intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità può essere la chiave vincente per riappropriarsi della propria funzione di supporto e di guida necessaria per il benessere dei loro figli.

Insieme possiamo approfondire, chiarire o migliorare il proprio stile educativo, la comunicazione all’interno della coppia genitoriale e il dialogo con i propri figli.

Nella stanza con gli adulti

Quando un adulto chiede aiuto, mostra di avere grande coraggio. È il primo passo di attenzione e cura che muove in direzione del proprio benessere.  E io sono qui, pronta ad accoglierti e ad ascoltarti al fine di individuare insieme quale possa essere l’obiettivo da raggiungere attraverso i nostri incontri.

Durante gli incontri di consulenza psicologica accolgo le domande e le preoccupazioni della persona e insieme si individuano le modalità più appropriate per affrontarle.

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