Richiedere un appuntamento per una consulenza psicologica può innescare diverse emozioni e molteplici pensieri in quanto intorno alla figura dello psicologo ruotano diversi falsi miti.
Quando poi il motivo della richiesta è inerente difficoltà legate alla crescita di un figlio o a un suo vissuto doloroso, la paura dello psicologo può bussare prepotente ed essere responsabile della messa in atto di comportamenti di evitamento: la richiesta di un primo colloquio viene rimandata nel tempo in quanto ritenuta inappropriata, esagerata, inutile.
Cara mamma e caro papà so quanto sia difficile riconoscere e ammettere la sofferenza di vostro figlio, ma riconoscere i segnali di un disagio è prezioso per poter attivare tutte le risorse necessarie.
Condivido con voi 5 domande poste solitamente dai genitori quando arrivano in consulenza.
1) Come capiamo se nostro figlio ha bisogno di supporto psicologico?
Ci sono alcuni campanelli di allarme che potete notare in vostro figlio, eccone alcuni:
- Scoppi di rabbia e fatica nel tollerare insuccessi, imprevisti e regole;
- Difficoltà relazionali con i pari, con i familiari, con gli insegnanti;
- Agitazione e ansia da rientro a scuola o quando deve affrontare un compito, un’interrogazione, una gara sportiva e vuole evitare le situazioni per lui ansiogene;
- Sintomi somatici frequenti e non motivati da una malattia tra cui mal di pancia, mal di testa, vomito, stanchezza persistente, eruzioni cutanee;
- Difficoltà legate all’alimentazione e al sonno;
- Scarsa accettazione del proprio corpo (soprattutto in adolescenza);
- Ritardo nell’acquisizione di alcune tappe delle sviluppo (ad esempio il linguaggio);
- Comportamenti insoliti e/o ripetitivi;
- Fobie specifiche e/o paure improvvise e persistenti;
- Poca motivazione, scarsi interessi e/o difficoltà scolastiche.
Ci sono anche alcuni eventi e/o situazioni di stress familiare che possono contribuire ad affaticare emotivamente un bambino/adolescente. Tra cui:
- Separazione dei genitori;
- Lutti;
- Nascita di un fratello/sorella;
- Adozione;
- Trasferimento in un’altra città;
- Presenza di disabilità in famiglia;
- Malattie e ospedalizzazioni.
2) Cosa fa una psicologa dell’infanzia e dell’adolescenza?
Il focus del mio lavoro è comprendere cosa ha innescato i comportamenti che preoccupano voi genitori e che generano malessere in vostro figlio.
Questi comportamenti, spesso, nascondono bisogni profondi che il bambino/adolescente non riesce ad esprimere in altro modo e che i genitori hanno difficoltà a cogliere, comprendere e gestire.
3) Cos’è il sostegno psicologico per bambini e adolescenti?
È un percorso di supporto rivolto a bambini e adolescenti che vivono una sofferenza psicologica e/o un disagio legato alla crescita.
Viene offerto uno spazio di ascolto, contenimento e rielaborazione del disagio vissuto.
Si lavora sulle risorse e sui punti di forza con lo scopo di ritrovare un equilibrio nel proprio funzionamento, acquisire strategie per affrontare situazioni problematiche e per regolare le proprie emozioni.
Prima di conoscere vostro figlio ed eventualmente iniziare un percorso con lui, è per me importante conoscere voi genitori.
Pertanto il percorso prevede:
- Uno/ due colloqui iniziali con entrambi i genitori al fine di delineare il motivo della consultazione, raccogliere le informazioni sulla storia familiare e approfondire la situazione.
- L’incontro con il bambino/adolescente insieme ai genitori, ma anche incontri da soli con il bambino/adolescente. Utilizzerò giochi, disegni, musiche, vari strumenti espressivi per comprendere il vissuto di vostro figlio e instaurare con lui una relazione di fiducia e un clima collaborativo e accogliente.
- Una restituzione ai genitori (e in base all’età anche al bambino e all’adolescente) dei principali temi emersi. Vengono fornite indicazioni su come affrontare la situazione con 3 possibili percorsi:
- un percorso di sostegno alla genitorialità;
- un percorso individuale con il bambino/adolescente. Prevede il coinvolgimento dei genitori e/o con l’intera famiglia con incontri periodici per monitorare l’andamento dell’intervento.
- concludere il percorso rimanendo a disposizione per possibili bisogni futuri.
4) Nostro figlio ha l’età giusta per essere sostenuto da uno psicologo?
Se vostro figlio ha una difficoltà tra quelle elencate sopra, ha l’età giusta per andare da uno psicologo.
L’età minima non esiste per poter iniziare un percorso di sostegno psicologico. Lo scopo è tornare a stare bene comprendendo il significato assunto dal sintomo anche all’interno del nucleo familiare. Insieme si trovano strategie funzionali a fronteggiare la situazione destabilizzante.
In base all’età e alla sintomatologia, ci sono diverse modalità di intervento ed il alcuni casi il minore non viene coinvolto direttamente, come ad esempio in un percorso di sostegno alla genitorialità.
5) Il giorno dell’incontro possiamo dire a nostro figlio “andiamo a giocare con un’amica di mamma e di papà?”
A voi piacerebbe essere presi in giro da una persona di cui vi fidate? Suppongo di no. Per questo motivo è importante dire la verità ai bambini. Niente bugie, di alcun tipo.
I bambini ascoltano e osservano: con le parole adeguate alla loro età e con l’amore di mamma e papà sono pronti ad ascoltare la verità.
Forse adesso vi sentite smarriti, disorientati, angosciati dall’idea di aver provato in tutti i modi ad aiutare vostro figlio eppure il “problema” persiste.
È proprio questo il momento di chiedere aiuto, di essere guidati da un professionista capace di accompagnarvi in questo viaggio in cui voi sarete degli importanti alleati.
Vostro figlio ha bisogno di voi e io vi sosterrò in questo cammino.
Per dubbi, domande e perplessità, sono qui 🙂
Se Siete Preoccupati per Vostro Figlio, Potete Richiedere Subito una Consulenza con Me!