L’amore è un sentimento che tutti noi sperimentiamo in diversi momenti della nostra vita. A tutti può capitare di vivere una relazione di coppia insoddisfacente e/o di nutrire un interesse non ricambiato: una persona che sa prendersi cura di sé e sa quanto vale, dopo un periodo di tempo ragionevole, solitamente decide di mollare la presa e di andare avanti.

Infatti, come canta Tiziano Ferro “L’amore è una cosa semplice” e nutre i partner soltanto quando ha le caratteristiche di un amore sano.

Le 5 fasi cruciali da superare per la costruzione di una sana relazione d’amore

Esistono 5 fasi per cui passa ogni relazione durante la sua evoluzione. Vediamole insieme!

1) Quando incontriamo una persona di nostro interesse e siamo ricambiati, viviamo una prima fase di attrazione e corteggiamento. Questa fase viene definita idilliaca e dura circa sei/otto mesi.

Si caratterizza per una ricerca assidua dell’altro e spesso gli interessi personali vengono trascurati. Soprattutto vi è la tendenza ad amplificare i pregi dell’altro e a non vedere i suoi difetti.

Questa fase seppur paragonabile a una “luna di miele”, in una relazione sana, finisce e lascia il posto alla vera scoperta dell’altro.

2) Vediamo i difetti del partner e ci arrabbiamo. L’altro non corrisponde più al nostro ideale e cerchiamo in tutti i modi di cambiare gli aspetti non graditi. Siamo nella fase della “lotta al potere”.

Per proseguire una relazione sana è fondamentale che non ci siano vincitori, ma due persone sconfitte. Entrambi i partner devono compiere un passo importante e comprendere l’impossibilità di cambiare l’altro in base al proprio gradimento.

3) Entriamo nella fase della stabilità di coppia e della scoperta di nuove consapevolezze. I partner riconoscono i propri e altrui difetti e iniziano ad accettarli.

Vi è la riscoperta dei propri interessi e delle proprie passioni. Entrambi i partner coltivano uno spazio al di fuori della coppia.

Qui si raggiunge la consapevolezza che noi siamo “interi” anche da soli: l’altro non è il nostro salvatore e non può colmare tutti i nostri bisogni affettivi.

La stabilità nella coppia è una fase transitoria: i partner si alleano per affrontare in modo costruttivo dei cambiamenti che riguardano la loro vita di coppia.

4) Affrontare il cambiamento permette ai partner di accedere alla fase dell’impegno. Questa fase è caratterizzata dalla piena accettazione dei difetti dell’altro, di se stessi e della coppia.

È importante ricordare che le relazioni sane non sono relazioni perfette. Questo perché la perfezione in amore è idealizzazione ed è un aspetto tossico all’interno di una coppia.

Esistono sempre dei momenti di conflittualità, ma i partner non mettono in atto tentativi di modificare l’altro sulla base del proprio ideale. Pertanto in una coppia nutrita da un amore sano non ci saranno tentativi di manipolazione, di controllo e di colpevolizzazione. Ci sono due persone che crescono insieme e ognuno cerca di ridefinire i propri aspetti spigolosi al fine di nutrire se stesso e l’altro.

In questa fase c’è il rischio che la coppia si cristallizzi su ciò che ha costruito e perda i contatti con le difficoltà del mondo esterno.

5) Quando i partner si rendono conto che al di fuori della loro coppia esiste “uno mondo con i suoi problemi”, si accede alla fase della co-creazione.

Entrambi i partner sono pronti a nutrire la vita di altre persone (amici, familiari, comunità) esprimendo in modo autentico la propria vicinanza e il proprio affetto.

Il segreto in questa fase è di nutrire contemporaneamente la propria relazione di coppia e il “resto del mondo”.

Principali ostacoli nell’evoluzione della vita di coppia

Perché alcuni partner non riescono a procedere nell’evoluzione delle varie fasi della vita di coppia e si imbattono in delusioni, tradimenti, silenzi e sensi di colpa?

Ogni fase possiede delle sfide caratterizzanti e purtroppo può capitare che i partner abbiano difficoltà a spogliarsi delle proprie convinzioni, credenze e aspettative.

Infatti la scelta del partner, la struttura della relazione e il suo excursus, è fortemente influenzata dalla rappresentazione che ognuno ha di se stesso, degli altri e del mondo. Ovvero da ciò che Bowlby, teorico dell’attaccamento, definisce modelli operativi interni (MOI) ovvero schemi mentali che ogni persona costruisce nel corso della sua vita interagendo con il mondo esterno. I MOI influenzano la percezione e l’interpretazione delle situazioni vissute da ogni persona. Permettono alla persona di fare sia previsioni e sia di creare aspettative sugli eventi caratterizzanti le proprie relazioni.

I MOI vengono costruiti sin dalla prima infanzia e pertanto la qualità delle relazioni di coppia e il legame tra i partner, definito legame di attaccamento, risente del bagaglio di esperienze affettive che ognuno ha vissuto durante l’infanzia con le proprie figure di riferimento.

Secondo la teoria dell’attaccamento tutti gli essere umani sin dalla nascita hanno la predisposizione innata a creare legami di attaccamento con le figure significative con lo scopo di ricevere protezione e cure.  Pertanto tutti i bambini costruiscono un legame di attaccamento con i propri genitori o con le sue persone di riferimento. In primis i bambini cercano protezione e ricevono accudimento.

Successivamente hanno bisogno di muovere i primi passi nel mondo avendo però compreso la possibilità di tornare sempre dalla propria figura di attaccamento per essere protetti e confortati.

Il base al modo in cui i bambini ricevono le risposte di accudimento, si costruiscono differenti rappresentazioni mentali (MOI) di se, dell’altro e del mondo.

Le 4 risposte di accudimento e come queste cambiano le nostre rappresentazioni mentali

In cosa si differenziano le risposte di accudimento? Come incidono sulle nostre rappresentazioni mentali?

Le risposte di accudimento che un bambino ha ricevuto nel corso della sua crescita da parte delle figure per lui importanti possono essere di diverso tipo.

  1. Risposte sensibili, responsive, in linea con il bisogno del piccolo, permettono al bambino sia di sentirsi amato, sia di essere degno di supporto e aiuto quando si trova in difficoltà. Agevolano dunque  la costruzione di un modello mentale sicuro.
  2. Risposte imprevedibili, intrusive, controllanti ed a intermittenza, innescano nel bambino la sensazione di non potersi fidare di nessuno e di una persona non sempre degna di amore. Costruiscono la base per un modello mentale ambivalente.
  3. Risposte distanzianti, con fastidio verso momenti di contatto fisico e spinta verso l’autonomia, creano le basi per un modello mentale distanziante. Il bambino si aspetta di essere rifiutato nel suo bisogno di conforto, presto inizia a fare da solo, si reputa poco amabile.
  4. Risposte non sensibili e non responsive, spaventanti e maltrattanti, costruiscono le basi per un modello mentale disorganizzato. L’aspettativa è fondata sulla possibilità di essere attaccati da un momento all’altro. Si sperimentano emozioni contraddittorie.

Da adulti, quando ci relazioniamo con il partner, siamo portati a ricercare le risposte ricevute dalle nostre figure di riferimento?

Negli anni sono state condotte ricerche scientifiche che hanno dimostrato una somiglianza tra attaccamento della prima infanzia ed attaccamento adulto.

Grazia Attili, nel suo testo “Attaccamento e Legami”, sottolinea le caratteristiche di un sano legame di coppia: entrambi i partner sono sia disponibili a prendersi cura dell’altro, sia propensi a chiedere sostegno senza la paura di disturbare, di sentirsi derisi, o ricevere un rifiuto.

Il fattore cruciale, che differenzia i legami di attaccamento dell’età adulta da quelli formati nell’infanzia, è la reciprocità dei ruoli. Entrambi i partner offrono, chiedono e ricevono cure dall’altro. Quando questo non avviene e i ruoli si cristallizzano, la relazione di coppia rischia una crisi e/o diventare disfunzionale.

Un adulto che da bambino ha sperimentato un legame di attaccamento non sicuro, è destinato a relazioni di coppia disfunzionali?

No, noi adulti possiamo prendere in mano la nostra vita e scrivere un nuovo capitolo. Per fare ciò, il primo passo è riconoscere che intraprendere continue relazioni insoddisfacenti non è attribuibile al caso o alla sfortuna. Siamo responsabili delle scelte che facciamo anche in amore e pertanto possiamo iniziare a porre attenzione al copione di comportamenti inconsapevoli che spesso mettiamo in atto in una relazione.

Non sempre è possibile fare tutto da soli soprattutto quando questo copione si ripete da tempo e genera malessere, insicurezze, continue ferite affettive ed emotive. In questo caso è bene chiedere il sostegno di uno psicologo ed iniziare un viaggio di rinascita.

Un percorso di sostegno psicologico come può aiutarmi ad avere relazioni sane?

Ognuno di noi ha uno stile sentimentale che, come abbiamo già detto, è il frutto di continue esperienze avute durante l’infanzia e dei modelli mentali di attaccamento che abbiamo costruito dalle prime risposte di accudimento ricevute.

Ad esempio se sei convinto di essere una persona indipendente, che deve fare tutto da solo, che quando chiedi aiuto/conforto ottieni risposte di rifiuto, potresti proprio ricercare persone che confermino queste tue aspettative. E man mano, accumulando questo genere di esperienze, te ne convincerai sempre più.

Pertanto è bene iniziare a riconoscere quali sono le convinzioni che ti guidano nel mondo e che poi caratterizzano il tuo stile sentimentale.

Lo psicologo può sostenerti nella scoperta del tuo stile sentimentale e nel riconoscere le risposte che dai in automatico. In questo modo, con i tuoi tempi, potrai iniziare a controllare le tue “reazioni automatiche” e muoverti verso la costruzione di sane relazioni d’amore.

Se ti imbatti in continue relazioni insoddisfacenti e sei stanco di soffrire per amore!